Così narra la leggenda : "... quando ancora Gennaio durava 28 giorni, il merlo sopravvisse al pungente freddo invernale e, giunto incolume alla fine del mese, pensando di aver superato ormai tutte le asperità di Gennaio, uscì dal suo nido cantando: ”Più non ti curo Domine, che uscito son dal verno!”. Gennaio, risentitosi, permaloso com’era, prese in prestito 3 giorni da Febbraio, scatenando bufere di neve, al punto che il merlo fu costretto a ripararsi in un camino, ma quando uscì era nero … e così vi rimase per sempre. Questa versione, la più datata, viene riportata anche da Dante nel Purgatorio : “e veggendo la caccia, letizia presi a tutte altre dispari, tanto ch’io volsi in sù l’ardita faccia, gridando a Dio ”Ormai più non ti temo!” come fé il merlo per poca bonaccia”(Purgatorio XIII, 119-123).
Nel Calendario romano, il mese di Gennaio aveva veramente solo 28-29 giorni sin dai tempi di Numa Pompilio e della sua riforma del 713 a.C. , quando il Calendario a Roma divenne da lunare a luni-solare e furono inseriti i mesi di Gennaio e Febbraio. Il nome “Febrarius”,in latino significa “purificare” e Macrobio ricorda che Numa lo aveva dedicato al dio Februus, stabilendo che durante questo mese si celebrassero i riti funebri agli dei Mani.